EROI
- rubertelliandrea
- 2 lug 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Eccoci qui, stanza 31 inizia il nostro mese di ricovero a 300km da casa.
In questo posto ricco di speranza ma anche saturo di angoscia, perché dobbiamo essere onesti, decine di bambini ospedalizzati non sono esattamente ne il prologo di un soggiorno a birra e discoteca, ne rappresentano il palliativo di un Dio che ci fornisce le croci con più o meno optional.
Penso a quanto sia irreversibile la vita di un genitore che si consuma a prestare servizio alle necessità del proprio figlio, ma mi rendo anche conto di quanto il focus spesso sia sbagliato, il nostro è un destino ineluttabile e la parola resilienza da sempre caratterizza il caregiver... ma non siamo altro che un mezzo, un muscolo, abbiamo la forza e le competenze per affrontare le avversità e la volontà per gestire gli imprevisti con più intelligenza possibile, non siamo EROI, siamo persone innamorate, spesso tristi e ancor più spesso arrabbiate, che ricoprono un ruolo definito....
Poi guardo tutti questi bambini, che affrontano la vita ogni giorno con competenze neurologiche compromesse, con abilità motorie scarse, fuori dalle loro case, imbragati in rigidi ausili, riabilitati e studiati... spesso senza che neanche comprendano l’importanza di quello che la scienza e la medicina sta cercando di fare con loro.
è solo uno scorrere di eventi, veloci e convulsi, restano consolati unicamente da un abbraccio o da un sorriso, di un genitore, di un medico, dalla donna delle pulizie...poco importa da chi, a loro basta questo per lasciare che il resto dell’universo li manipoli... se ci sono degli EROI in questa colorata scala di grigi non siamo noi, ma tutte quelle persone che dalla natura hanno avuto meno concessioni, che ci insegnano quando i veri super poteri si trovino trascritti in una diagnosi, che ci fanno capire di quanto questo mondo abbia bisogno di altruismo.

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