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NEL NUOVO MONDO TU COSA VEDI

  • rubertelliandrea
  • 2 lug 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Quanti occhi attorno a noi, quanti sibili e voci, è un rumore inconfondibile quello del silenzio che racconta l’indifferenza, la compassione, la solidarietà, la pietà, la tenerezza.

Qualunque essa sia, non biasimo l’emozione che un individuo prova trovandosi nello stesso spazio con una persona così straordinaria, letteralmente, cioè al cospetto di un essere non comune, al di fuori degli schemi previsti dalla società.

Ogni nostra azione quotidiana, come andare al lavoro, a fare spesa, al parco coi propri figli… è anticipata da una fisiologica percezione di ciò che sarà, è per questo che resto sempre molto incuriosito dalla analisi sociologica, non scontata, che si innesca quando frequentiamo luoghi pubblici.

Mi piacerebbe entrare nelle vostre teste e mi piacerebbe ricordare come ero, ma purtroppo, o per fortuna, ogni giorno che passa cancella dalla mia memoria la leggerezza, che nessuno riconosce, della vita che fu.

Non credo si tratti di accettazione, più che altro di un naturale adattamento alle inequivocabili circostanze.

Il nuovo mondo che si costruisce, dopo una diagnosi, sembra sia suddiviso da fasi più o meno prestabilite che si modificano col trascorrere del tempo, non ci sono molte alternative, ne molte speranze, ma svela il senso di una esistenza che vale la pena di essere interpretata per ciò che è, con spirito di iniziativa e di evoluzione, seppur sempre marchiata da un ricordo che nel nostro subconscio continua a bruciare, come fosse un rimpianto o un pentimento, in ogni caso qualcosa di ingiusto.

È evidente che siamo estranei alla cultura di massa, allo standard, da ciò che qualcuno si aspetterebbe di vedere in una metodica giornata di routine.

Per questo vi invito ad una riflessione, chiedete a voi stessi come vi comportereste se oggi incontraste un bambino, tutto storto e agitato, imbragato ad una struttura di metallo con 4 ruote.

E se pensate che avvicinarvi sia la scelta giusta… fatelo, interagite, siate curiosi.

Condividete con un genitore che abita il nuovo mondo quello che sentite, dal cuore o dalle viscere, non è importante, sarà ugualmente utile, perché molti, come me hanno ormai ricordi nebbiosi.

Questa immagine cela una verità fragile come un castello di carta, ma volete sapere

quello che provo osservandola?

un grande orgoglio, per mio figlio, così come lo avrei provato ritraendo una istantanea di lui felice di aver vinto il suo primo trofeo sportivo, o di una qualsiasi occasione banalmente scontata che rende un uomo, di fatto, un genitore innamorato, come tutti voi.


 
 
 

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